Covid, una nuova scoperta preoccupa gli scienziati, lo studio lo ha appena rivelato

Un nuovo studio ha rivelato una nuova scoperta sul Covid-19 e la notizia preoccupa moltissimo gli scienziati.

Il COVID-19 è una malattia infettiva causata dal coronavirus SARS-CoV-2. È stata riconosciuta per la prima volta nella città cinese di Wuhan nel dicembre 2019 e si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, causando la pandemia globale che tutti ricordiamo.

Scoperta covid
Una nuova scoperta sul covid preoccupa gli scienziati

Nonostante i progressi nella lotta contro il COVID-19, la pandemia continua a causare sofferenze e perdite in tutto il mondo, sia in termini di vite umane che economici. Oggi andremo a vedere una nuova scoperta che preoccupa assai gli scienziati.

La nuova scoperta sul Covid è scioccante

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature da un team guidato dagli Istituti nazionali di Salute americani (Nih), il virus SarsCoV2 in alcuni casi lascia tracce capaci di persistere per più di 200 giorni nel nostro corpo. A dimostrarlo i risultati delle autopsie su 44 pazienti non vaccinati che avevano contratto l’infezione tra aprile 2020 e marzo 2021. La ricerca apre nuove prospettive per il trattamento del long-Covid.

Mascherina covid
Le tracce di Covid possono rimanere per molto tempo nel nostro corpo

La ricerca, definita come la più ampia mai realizzata sulla persistenza di SarsCoV2 nelle cellule del corpo umano, quantifica l’Rna virale in 85 distretti e fluidi dell’organismo. Questa traccia di tipo genetico permette di capire dove il virus si è replicato mentre la persona era ancora in vita.

I risultati evidenziano la presenza di abbondante Rna virale in 79 distretti corporei già nelle prime due settimane dalla comparsa dei primi sintomi. Non si tratta dunque solo dei polmoni, ma anche di cuore, milza, reni, fegato, colon, muscoli, nervi, apparato riproduttivo, occhi e cervello. I polmoni mostrano i segni più evidenti d’infiammazione e danneggiamento, mentre il cervello e gli altri organi non sembrano subire cambiamenti significativi nonostante l’alta carica virale. In una particolare autopsia, resti del coronavirus sono stati trovati nel cervello di un paziente deceduto 230 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi del Covid.

La preoccupazione degli scienziati è molto alta

I nostri dati indicano che in alcuni pazienti SarsCoV2 può causare un’infezione sistemica e persistere nel corpo per mesi“, sottolineano i ricercatori. Tuttavia non sono state rilevate tracce importanti del virus nel plasma sanguigno e resta ancora da chiarire come riesca a diffondersi in tutto il corpo.

Speriamo di poter replicare lo studio sulla persistenza virale e indagare la relazione con il long-Covid. In meno di un anno abbiamo raccolto circa 85 casi e stiamo lavorando per aumentare i nostri sforzi“, conclude infine Stephen Hewitt degli Nih.

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