Il 2023 continua a pesare sulle famiglie, ancora aumenti in vista

Il 2023 sarà un anno di aumenti per le famiglie italiane e le spese potrebbero essere davvero insostenibili.

Nel 2023, le famiglie italiane potrebbero essere costrette a fare i conti con aumenti significativi su diversi fronti come materie prime, tasse e servizi pubblici.

Aumenti in vista
Le tasse nel 2023 potrebbero essere insostenibili per molte famiglie

Gli aumenti del 2023 potrebbero rendere più difficile per le famiglie italiane equilibrare il loro bilancio e mantenere lo stesso tenore di vita. Tuttavia, è importante sottolineare che le previsioni sugli aumenti possono variare e che potrebbero esserci anche delle misure per attutirne gli effetti sui cittadini.

Importanti aumenti nel 2023 per le famiglie italiane

Come riporta Tgcom24, datori di lavoro e sindacati non sono riusciti a mettersi d’accordo su un’eventuale dilazione temporale degli incrementi salariali di colf, badanti e baby sitter. Da gennaio, dunque, le retribuzioni dei lavoratori del settore domestico, adeguandosi all’inflazione, aumenteranno del 9,2%. I sindacati, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf non hanno voluto accettare la proposta avanzata dalle associazioni datoriali rappresentate dalla Fidaldo.

Badante casa
La retribuzione per il lavoro di badante aumenterà del 9,2%

In base a quanto previsto dall’articolo 38 del contratto nazionale, per i salari minimi del comparto è previsto un adeguamento al costo della vita secondo l’indice Istat all’80% per i salari e al 100% per le indennità di vitto alloggio. Le associazioni dei datori di lavoro avevano proposto di scaglionare gli aumenti dovuti agli assistenti familiari nel corso dell’anno, in modo da limitare l’impatto economico dei rincari sui budget familiari.

Sono richieste sorprendenti. Si tratterebbe di andare in deroga al contratto nazionale penalizzando un settore che già gode di molti meno diritti del resto del mondo del lavoro“. Queste sono le parole di Emanuela Loretone della Filcams-Cgil.

Purtroppo il tentativo c’è stato. Abbiamo lavorato intensamente, ma la nostra proposta di introdurre gli aumenti dai primi di marzo e non da gennaio, per dare un minimo di respiro alle famiglie, non è stata accettata. Anzi, c’è stato un rilancio in modo che a fine anno le famiglie avrebbero dovuto affrontare una spesa superiore a quella prevista dall’adeguamento automatico“, spiega il presidente di Assindatcolf e vice presidente di Fidaldo, Andrea Zini.

Gli aumenti per le famiglie saranno considerevoli

Secondo i calcoli dell’Assindatcolf, già dalla busta paga di gennaio per le famiglie gli aumenti maggiori (qualora non siano già assorbiti negli stipendi concordati) si potrebbero avere per quelle figure assunte con orari lunghi o in regime di convivenza, come nel caso delle badanti (livello Cs).

La retribuzione minima passerà da 1.026,34 a 1.120,76 euro, oltre 94 euro in più al mese, a cui si aggiungerà anche l’aumento dei contributi, portando il costo totale annuo da 17.177 a 18.752 euro (1.575 euro in più). Ancora più pesante l’impatto sulle baby sitter assunte a tempo pieno (40 ore) non conviventi (livello Bs). Lo stipendio minimo passerà da 1.234 a 1.348,53 euro, quasi 115 euro in più a mese, mentre il costo totale annuo (comprensivo anche di contributi, Tfr, ferie e tredicesima) registrerà un incremento di 1.743 euro.

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