Parkinson, l’incredibile scoperta aiuta a riconoscerlo, ecco cosa c’è alla base

Un nuovo studio sul Parkinson ha scoperto un elemento importante ai fini del riconoscimento della malattia e di cosa sta alla base del suo sviluppo. 

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio.

Nuova tecnica per scoprire il Parkinson
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Il nome è legato a James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, che per primo descrisse gran parte dei sintomi della malattia in un famoso libretto, il “Trattato sulla paralisi agitante”. Di Parkinson, deceduto nel 1824, non esistono né ritratti né ovviamente fotografie.

Ecco cosa prospetta il nuovo studio

Uno studio, condotto dai ricercatori dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con il Centro per le Neuroscienze di Madrid e l’Università di Trieste, ha scoperto un nuovo linguaggio delle cellule nervose nel cervello umano. Infatti, le onde cerebrali possono essere ascoltate su doppia frequenza: AM (amplitude modulation) e FM (frequency modulation), proprio come accade in una radio.

Doppia frequenza nel cervello
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Attualmente, le modalità di ascolto delle onde cerebrali si concentrano solo sulla frequenza AM, ma i ricercatori hanno dimostrato l’esistenza di due diversi canali d’informazione che trasmettono messaggi diversi e complementari. Il team di studiosi, guidati da Alberto Averna, ricercatore all’Università svizzera di Berna, ha registrato l’attività elettrica dei neuroni, grazie ad elettrodi impiantati chirurgicamente nelle parti profonde del cervello, ascoltandoli per la prima volta anche in frequenza FM.

Ciò che è stato scoperto è che la modalità FM, risulta essere più precisa e meno sensibile alle interferenze e al rumore elettrico, mentre quella AM subisce meno l’influenza della distanza.

I ricercatori sottolineano come, lo studio pubblicato sulla rivista Npj – Parkinson’s Disease, dimostri che l’ascolto in una sola modalità, utilizzato finora, potrebbe non far percepire tutti i messaggi e tutto ciò che ci dicono i neuroni.

Queste osservazioni pongono le basi per un approccio combinato AM ed FM per lo studio degli stati cerebrali. Esse ci permettono di comprendere meglio le alterazioni alla base di disturbi come il Parkinson“. Queste sono le parole dei ricercatori.

Queste osservazioni oltre ad avere un significato più immediato per la comprensione delle alterazioni alla base dei disturbi della malattia di Parkinson, pongono le basi in modo più generale per un approccio combinato AM ed FM per la definizione degli stati cerebrali da tutti i segnali di popolazioni di neuroni cerebrali come per esempio l’elettroencefalogramma“, conclude Alberto Priori, co-autore dello studio.

In altre parole, le grandi popolazioni di neuroni che si trovano nel cervello umano veicolano informazioni complementari e solo parzialmente sovrapponibili attraverso sia la modalità AM che quella FM.

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