Gli effetti della siccità sull’archeologia: riemerge in Iraq una città sconosciuta, la sua datazione è incredibile

Gli effetti della siccità sono evidenti e portano a conseguenze importanti anche sulle scoperte archeologiche. Nelle ultime ore è emersa la notizia secondo cui le condizioni climatiche hanno fatto riemergere in Iraq un’intera città appartenente ad un periodo storico di datazione incredibile: ecco gli aggiornamenti.

Gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più evidenti nelle nostre vite. Da una semplice estate che vivevamo un tempo, adesso ci ritroviamo ad affrontare temperature da record già dal mese di maggio, con conseguenze inevitabili sotto tutti gli aspetti.

Vasi Kemune chesuccede 20220622
Vasi del ritrovamento Kemune (Fonte Instagram)

A partire da quelli sul nostro fisico fino a quelli sulla vegetazione e sulle coltivazioni, i nostri paesi sono sempre più vittime della siccità, ma sicuramente alcune zone del mondo ne pagano maggiormente le spese.

Se vogliamo credere, però, che la siccità possa portare anche qualcosa di positivo, possiamo pensare alle scoperte geologiche ed archeologiche che questa può favorire. Questo è proprio ciò che è accaduto in quest’ultimo periodo, quando nella regione del Kurdistan, in Iraq, un bacino idrico ha iniziato a diminuire velocemente proprio a causa dell’elevatissimo livello di siccità.

Ma in che cosa consiste questa condizione? Questa situazione si crea quando un periodo prolungato di mancanza d’acqua, generalmente dovuta a precipitazioni scarse o assenti, provoca un’aridità eccessiva del terreno.

Vasi di ceramica e tavolette di argilla appartenenti a 3400 anni fa, la scoperta grazie alle condizioni climatiche

Nel sito archeologico chiamato Kemune, un team di ricercatori tedeschi e curdi hanno dato il via agli scavi nella zona dell’Iraq settentrionale, lungo il fiume Tigri. La possibilità di effettuare gli scavi si è presentata proprio grazie all’abbassamento del livello dell’acqua, che aveva sommerso la zona a partire dagli anni ’80.

Le scoperte venute alla luce sono state esaltanti, considerando che gli archeologi hanno trovato nel sito cinque vasi di ceramica contenenti ben 100 tavolette di argilla cuneiformi.

Scavi sito archeologico Kemune chesuccede 20220622
Scavi sito archeologico Kemune (Fonte Instagram)

Il periodo databile è quello dell’età del bronzo, epoca in cui la città dal nome Zakhiku sarebbe stata un importante centro dell’impero dei Mittani. Si parla dunque di epoca medio-assira che andrebbe dal 1350 al 1100 a.C., e per questo i i ritrovamenti risalirebbero addirittura da 3400 anni fa. Il merito di questi storici risultati è della professoressa del dipartimento di assiriologia dell’Università di Friburgo in Germania, Ivana Puljiz.

Questa volta dunque, la siccità ha avuto un effetto positivo per la ricerca storica, al contrario di quanto sta accadendo attualmente in Italia, dove la situazione diventa sempre più drammatica. L’arcivescovo di Milano è arrivato nelle ultime ore addirittura ad invocare un “rosario per la pioggia”, che possa aiutare le terre flagellate dalla mancanza di acqua.

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