Studente avvelenato: è successo a Vicenza. Il ragazzo era in didattica a distanza quando è avvenuto il dramma. I compagni erano complici. Sotto accusa un sito web.
Vicenza – Essere adolescenti al giorno d’oggi, sta diventanto sempre più difficile. Sono ormai quotidiani gli episodi registrati di bullismo, ma non solo. Sta dilagando un’altra moda terrbile fra i teenagers ed è quella dell’autolesionismo. Farsi del male fino all’esito più drammatico: il suicidio. Stavolta è avvenuto nel vicentino, dove si è verificato il caso di uno studente avvelenato durante la Dad.
Una morte assurda quella di Matteo Cecconi, lo studente avvelenato nel vicentino. Il giovane aveva 19 anni e studiava presso Istituto tecnico industriale Fermi di Bassano, in provincia di Vicenza. Era in Dad lo scorso 26 aprile quando è accaduto il dramma: in una pausa tra una lezione e l’altra, Matteo ha deciso di farla finita. Sconvolto, il padre che punta il dito contro il web.
La tragedia dello studente avvelenato nel vicentino, ha scosso l’opinione pubblica e si è levato un grido d’emergenza per salvare i notri giovani. Già a causa della pandemia, gli episodi di depressione fra bambini e adolescenti, si sono fatti sempre più frequenti. Ma adesso, in un’epoca, la nostra, dove lo slancio tecnologico è inarrestabile, si è fatto avanti un nuovo nemico invisibile: il cyber bullismo.
Esiste un sito web di morte che è stato oscurato dalla Procura di Roma e che “accompagna” gli adolescenti, verso l’ultima soluzione: il suicidio. Stiamo parlando della community “Sanctioned Suicide” nella quale i ragazzi trovano dei validi interlocutori per i loro propositi suidici. È accaduta la stessa cosa per lo studente avvelenato di Vicenza: Matteo, come molti altri, aveva acquistato su internet del nitrito di sodio. Era entrato a far parte del gruppo lo scorso 12 aprile e solo pochi giorni dopo, il 26 dello stesso mese, il dramma.
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Matteo muore a diciannove anni per avvelenamento: mentre stava compiendo il gesto estremo, era in una pausa tra una lezione e l’altra di didattica a distanza. Era on line quando ha deciso di togliersi la vita e i compagni in rete del sito “Sanctioned Suicide”, lo stavano incitando. Purtroppo non c’è stato nulla da fare per il giovane. Ora suo padre Alessandro, punta il dito contro il web e chiede giustizia.
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