La cultura è il cosiddetto “cibo per l’anima”, un’attività che non risulta tra quelle considerate vitali, ma tutto ciò che “concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale”. Tra tutte le manifestazioni culturali, i musei rappresentano i luoghi in cui fare esperienze uniche. Tra queste ce n’è uno però che ti farà venire i brividi.
Dopo la crisi del 2020, cha ha messo in ginocchio tutto il mondo, compreso quello della cultura, i musei hanno finalmente riaperto.
Il Louvre è il primo museo al mondo per numero di visitatori, seguito dal Metropolitan Museum of Art di New York, e i Musei Vaticani.
![Fila museo](https://www.chesuccede.it/wp-content/uploads/2022/05/Fila-museo.jpg)
Quando parliamo di arte, di cultura, pensiamo sempre a qualcosa di bello. Nel mondo ci sono 95 mila musei, alcuni famosi ed altri meno. Ma ne esiste uno davvero…disgustoso!
Non adatto ai deboli di stomaco
“Il Disgusto è umano! Il disgusto è divertente!”. Questa è la frase di benvenuto nella pagina ufficiale del Disgusting Food Museum, che dopo l’esperienza svedese, ha inaugurato nel 2021 la sede a Berlino.
Ebbene sì, un museo del cibo disgustoso. Il museo nasce in Svezia dall’idea del fondatore, Andreas Arend, di mostrare come il cibo dipenda dalla socializzazione e dalla cultura in cui si vive.
Chi decide di visitare questo museo, dovrà calarsi in abitudini e culture alimentari lontanissime dalle proprie. I cibi e i piatti preparati esposti sono oltre 90, provenienti dalle cucine di tutto il mondo.
Il biglietto d’entrata è stampato su un sacchetto per il vomito. Ma vediamo che succede a chi lo visita.
![Museo del disgusto](https://www.chesuccede.it/wp-content/uploads/2022/05/png_20220516_152354_0000.png)
Tra questi, cervello di scimmia, zuppa di pipistrello, il nostro formaggio di larve della Sardegna, frullato di rana dal Perù. Si può poi ammirare il maleodorante frutto del durian thailandese o il surströmming, la leggendaria aringa marcia proveniente dalla Svezia. Piatti che è possibile degustare e addirittura portare a casa.
L’obiettivo del museo è di dimostrare che l’idea che noi abbiamo, in materia culinaria, del cibo buono o disgustoso, è un fatto chiaramente relativo. E’ tutto legato alla cultura e alle tradizioni dei luoghi in cui ci si trova; ciò che in un posto è considerato una leccornia, per uno straniero può risultare terribile.
Lo ha spiegato il direttore del museo Martin Völker: “Ci consideriamo un luogo di insegnamento ecologico e interculturale“. Lo dimostra la “Scatola dei Sensi”, una box con materiale per adulti e per laboratori con bambini, che aiuta ad esplorare attraverso il gusto l’olfatto, e l’udito, oltre alle visite guidate didattiche per le scuole.