Per gli amanti delle bistecche e delle tagliate sarà difficile da credere, ma è possibile vivere senza mangiare carne e farlo può apportare diversi benefici al proprio organismo. Ecco che succede quando si decide di eliminarla dalla propria dieta.
Negli ultimi anni si parla sempre più della dieta vegetariana o vegana. Tale dibattito, oltre ad essere una questione di etica, si lega a quella ambientale. La produzione di carne, infatti, ha un notevole impatto ecologico ed è fonte di inquinamento.
Vivere senza mangiare bistecche e tagliate non è assolutamente impossibile e anche gli amanti più incalliti della carne possono provarci o, almeno, tentare di ridurne il consumo.
Il consiglio più importante è di rivolgersi comunque sempre ad un nutrizionista o ad un dietista, prima di cambiare drasticamente la propria dieta. Iniziare una dieta vegetariana o vegana non è un gioco da ragazzi: bisogna prestare attenzione alla propria alimentazione in modo da non avere nessun tipo di carenza.
I benefici della dieta vegetariana
Smettere di mangiare la carne può apportare diversi benefici al proprio organismo e questo può essere un ottimo incentivo per diminuirne il consumo.
Innanzitutto, ridurre il consumo di carne aiuta a perdere peso. Ciò è stato dimostrato dal team di ricercatori della George Washington University. L’esperimento condotto su un gruppo di volontari ha provato che eliminare la carne fa dimagrire: i partecipanti che hanno seguito una dieta vegetariana, infatti, hanno perso tra 4 ed i 5 kg senza il bisogno di fare maggiore attività fisica. Inoltre, mangiare più fibre e verdure migliora anche l’attività intestinale.
Il consumo eccessivo di carne può provocare lo sviluppo di diverse malattie, tra cui il diabete e l’obesità, ma anche patologie cardiache. Adottando una dieta vegetariana tale rischio si riduce notevolmente.
Per chi fosse impossibilitato a smettere di mangiare carne (per motivi legati alla presenza di determinate patologie) il consiglio è sempre di diminuirne il consumo e di optare per la carne della miglior qualità.
Infine, non potevano non menzionare il dibattito intorno alla carne rossa ed alla sua nocività.
Nel 2014 è stato pubblicato un report realizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel quale sono stati analizzati gli effetti del consumo della carne rossa sulla nostra salute. Questa è stata inserita nel gruppo 2A – ovvero probabilmente cancerogena. Mentre gli insaccati ed i salumi, ad esempio, sono stati classificati nella gruppo 1A – sicuramente cancerogeni.
In seguito alla pubblicazione dell’indagine, si è diffuso un allarmismo in base al quale la carne rossa è stata messa sullo stesso piano del fumo di sigaretta. La verità è che non esiste un collegamento diretto tra il consumo di carne rossa ed il tumore. Se consumata eccessivamente, però, aumentano le probabilità di sviluppare un cancro al colon o allo stomaco. Ciò vale in particolare per le persone che, per motivi ereditari o per il loro stile di vita, risultano maggiormente predisposte a sviluppare un tumore.