Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è ormai un fatto constatato che le donne abbiano una longevità maggiore rispetto agli uomini. Da un’attenta analisi si evince come le donne anziane, pur vivendo di più rispetto agli uomini, sono più soggette a malattie croniche e disabilità.
Da un recente studio di un gruppo dell’università statunitense della Virginia, si è scoperto il motivo per cui le donne vivono di più rispetto agli uomini. Andiamo a vedere qual’è e di cosa si tratta.
L’Italia è il paese più anziano d’Europa e secondo al mondo solamente dopo il Giappone, con una percentuale del 23% di persone oltre i 65 anni. Subito dopo troviamo la Grecia con il 22% e successivamente Portogallo e Finlandia con il 21,8%.
Uno dei principali responsabili della minore longevità degli uomini rispetto alle donne, sarebbe il cromosoma Y. La perdita di questo cromosoma, molto frequente nel corso dell’invecchiamento, produce cicatrici sul muscolo del cuore che possono causare una grave insufficienza cardiaca letale. Il fenomeno, detto “fibrosi”, è scatenato da una serie di reazioni del sistema immunitario ed è stato stimato che la perdita del cromosoma avvenga nel 70% delle persone con oltre 70 anni.
La fibrosi è il termine medico con il quale si identifica l’anomala formazione di una smisurata quantità di tessuto connettivo-fibroso in un organo e colpisce principalmente i fumatori. I sintomi più frequenti di questa patologia sono la tosse, il respiro affannoso, bronchiti e broncopolmoniti ricorrenti ed infezioni polmonari. Ad oggi ne soffrono circa 5,000 italiani.
Molti studiosi ritengono questo caso abbastanza controllabile grazie al pirfenidone, un farmaco già usato in passato per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica, ed ora in fase di sperimentazione per l’insufficienza cardiaca e per la malattia renale cronica, due patologie caratterizzate entrambe dalla presenza di cicatrici sui tessuti.
Gli scienziati ne hanno compreso i meccanismi di funzionamento attraverso una sperimentazione sui topi. Attraverso la tecnica di ingegneria genetica Crispr, hanno scoperto che la perdita accelera le malattie legate all’età, rendendo i topi maggiormente soggetti a cicatrizzazione del tessuto cardiaco e a morte prematura.