Secondo i dati della Fondazione Veronesi, negli ultimi due decenni in Italia il numero dei pazienti avviati alla dialisi è più che raddoppiato, e continua ad aumentare, interessando soprattutto le persone con oltre 65 anni (senza che si sia peraltro verificata una riduzione nelle classi di età inferiore). Le patologie renali richiedono attenzione anche a tavola, ma ora è possibile mangiare anche un alimento considerato proibito.
In Italia, in un 15% dei casi che giungono alla dialisi non è neppure possibile individuare la malattia che ha condotto il paziente all’uremia. I registri di dialisi ci dicono che l’insufficienza renale terminale può essere causata da molte, differenti affezioni.
Le malattie renali più comuni sono lesioni renali secondarie all’ipertensione arteriosa e all’arteriosclerosi, e il diabete, le glomerulonefriti, le cosiddette nefropatie interstiziali – talora infettive o secondarie ad un’ostruzione delle vie urinarie, o più spesso legate a un uso inappropriato di farmaci – le malattie renali ereditarie, i reni policistici e le lesioni renali secondarie a malattie delle vie urinarie, frequentemente ostruttive, non raramente congenite.
Formaggio con tecnologia Frip, adesso si può mangiare
Le malattie renali possono colpire anche i giovani, nei quali sono predominanti le glomerulonefriti, le malattie ereditarie e quelle congenite. Negli anziani invece, sono più frequenti le lesioni su base vascolare e dismetabolica, mentre la nefropatia più diffusa è la nefroangiosclerosi – malattia dei piccoli vasi arteriosi del rene, in genere collegata all’ipertensione arteriosa.
I pazienti con problemi renali devono anzitutto fare attenzione all’alimentazione, seguendo una dieta a basso contenuto di proteine, sodio e fosforo. Al primo posto tra i cibi proibiti ci sono i formaggi, perché sono ricchi di fosfati (che se non vengono smaltiti da parte dei reni, si possono accumulare nel sangue, causando aterosclerosi precoce), ma ora sarà possibile mangiarli grazie a questa invenzione.
Si tratta di un progetto, condotto dai ricercatori della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che prevede lo sviluppo di formaggi con la tecnologia brevettata “Frip” (Free Phosphate), ovvero senza fosfati.
“Al formaggio prodotto con tecnologia FriP viene addizionato carbonato di calcio, integratore alimentare naturale capace di catturare i fosfati, neutralizzandoli, anche quelli eventualmente contenuti in altri alimenti assunti a breve distanza dal formaggio FriP. Questo processo prende il nome di chelazione e porta all’eliminazione dei fosfati tramite l’intestino, evitandone l’accumulo nell’organismo e il sovraccarico dei reni”, spiega la Fondazione Veronesi.