Perché l’ora cambia da New York a Roma? I fusi orari e la loro assurda storia

I fusi orari sono stati un intuizione rivoluzionaria ed oggi andremo a vedere da chi e quando sono stati scoperti. 

I fusi orari consentono di impostare gli orologi di una regione o di uno stato sull’ora solare media del meridiano centrale del fuso in cui la zona ricade.

Fuso orario. ecco quando nasce
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Inizialmente, il mondo era diviso in 24 zone temporali, ognuna delle quali copriva 15 gradi di longitudine, con un proprio fuso orario.  Precedentemente alla loro adozione, nelle varie zone della Terra, si usava l’ora solare locale.

Come nasce il fuso orario

Nel 1522, l’esploratore Pigafetta fu il primo ad avere l’intuizione che porterà nel 1884 all’introduzione dei fusi orari, convenzione riconosciuta a livello internazionale. L’uomo, infatti, il 6 settembre 1522 di ritorno dalla spedizione in cui circumnavigò la Terra, si meravigliò per essere arrivato in Spagna un giorno dopo rispetto alla data annotata sul suo diario di bordo.

Pigafetta fu il primo ad inventare il fuso orario
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In pratica durante il viaggio, il navigatore prendeva nota sul suo diario di ogni giornata trascorsa, ma quando sbarcò in Spagna si rese conto, con estremo stupore, che lì erano un giorno più avanti rispetto a quanto lui credesse.

L’esploratore, però, riuscì a darsi una spiegazione scientifica del fenomeno. Infatti, la soluzione stava nella rotazione della Terra intorno al Sole, e della Terra su se stessa.

I sopravvissuti alla spedizione, approdati in Spagna, avevano calcolato i giorni rispetto alla circumnavigazione del globo, compiuta verso ovest, nella stessa direzione del Sole. La Terra, però, girando sul proprio asse verso est, aveva fatto accumulare ogni giorno un po’ di ritardo alla nave. In pratica, il Sole era passato sopra di loro una volta in meno rispetto a chi li aveva aspettati in Spagna.

Bisognò aspettare più di tre secoli perché questo fosse sancito ufficialmente. Infatti, basandosi sul tempo impiegato dalla Terra per compiere una rotazione completa su se stessa (24 ore appunto), un accordo internazionale del 1884 divise la superficie terrestre in 24 spicchi, chiamati fusi orari, ciascuno con un’ampiezza di 15 gradi di longitudine (corrispondenti a un’ora). Quindi, un viaggiatore che si sposta verso ovest, passando da un fuso orario al successivo, deve portare indietro le lancette dell’orologio ogni volta per ogni fuso, per recuperare il tempo perso.

Il meridiano di Greenwich, conosciuto in tutto il mondo, è la linea che passa per l’osservatorio di Greenwich, in Inghilterra. Infatti, la sua longitudine è, per convenzione, pari a zero e questo lo rende il meridiano a partire dal quale si calcolano i fusi orari.

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