Aumenti in bolletta, controlla subito, potresti aver pagato la cifra sbagliata

Oramai, gli aumenti in bolletta sono all’ordine del giorno e tantissimi italiani non riescono più a sostenere questo rincaro delle tasse.

Le tasse gravano sulla vita degli italiani, esausti in un periodo storico che sembra non voler lasciar loro tregua. I politici intanto promettono di dare agli italiani quello che si aspettano, ma la dinamica del tornaconto non sempre guarda ai problemi reali dei cittadini. Il Paese, infatti, resta alle prese con l’inflazione ed un debito pubblico in crescita esorbitante.

Attenzione a non aver pagato la cifra sbagliata
Aumenti considerevoli per gli italiani

Tantissime persone, appena arriva la bolletta a casa, tendono a pagarla immediatamente per non aver problemi di nessun tipo con la società richiedente. Attenzione però, perché potresti aver pagato una cifra sbagliata a causa dei continui aumenti.

Ecco cosa sta accadendo con gli aumenti in bolletta

In questo periodo di forti rialzi del prezzo del gas e dell’energia elettrica, molti operatori stanno inviando ai propri clienti comunicazioni in cui informano che saranno modificate unilateralmente le condizioni economiche oppure che verranno disdetti i contratti in essere perché per loro troppo onerosi.

Ecco tutta la verità sugli aumenti in bolletta
Molte società di gas aggirano i clienti

A seguito di svariate segnalazioni, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (l’Antitrust) aveva avviato un’istruttoria nei confronti di 4 operatori di energia: Iren e Dolomiti per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale, e nei confronti di Iberdrola ed E.ON per possibili indebite risoluzioni contrattuali (ovvero hanno comunicato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, costringendoli ad accettare un nuovo contratto a condizioni economiche peggiori oppure a passare a forniture alternative).

In particolare Iberdrola ed E.ON da fine ottobre hanno dovuto applicare le originarie condizioni di offerta e consentire agli utenti che, a seguito della risoluzione del contratto hanno scelto un nuovo fornitore o sono stati trasferiti alla fornitura in regime di tutela, di ritornare presso di loro alle originarie tariffe. Dolomiti e Iren hanno dovuto invece sospendere le comunicazioni di modifica delle condizioni economiche e non applicarle quindi in bolletta, mantenendo, fino al 30 aprile 2023, il prezzo di fornitura che avevamo applicato fino al 10 agosto scorso. Oggi si aggiungono a questi operatori, altri sette fornitori di energia e gas che rappresentano l’80% del mercato italiano: Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie.

Cosa prevede la norma salva-bolletta?

Proprio per evitare che molti fornitori riversassero sui propri clienti gli aumenti, il governo Draghi aveva introdotto col decreto Aiuti bis (il DL 115/2022) una norma per salvaguardare le bollette degli utenti.

Di fatto questa norma prevede uno stop alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura gas e luce. Inoltre, da qualche giorno, l’Autorità di regolazione per l’energia (Arera) e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) avevano precisato in quali casi si applica e in quali casi no e avevano affrontato anche il caso di alcuni operatori che stanno minacciando in maniera illecita i propri clienti di interrompere i contratti perché diventati poco convenienti per il provider.

Il legislatore ha previsto che fino al 30 aprile 2023 non siano efficaci le clausole che nel contratto permettono alla società di fornitura di modificare le condizioni relative alla definizione del prezzo anche nel caso in cui sia riconosciuto il diritto di recesso per il cliente. Questa sospensione ha effetto retroattivo e dunque non sono validi tutti i preavvisi di aumento comunicati dalle società ai clienti prima dell’entrata in vigore della legge.

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