Allarme plastica nei mari, tra pochi anni il punto di non ritorno Ecco cosa succederà

Siamo nel mezzo di un vero e proprio allarme che riguarda il clima e l’inquinamento causato dalle nostre cattive abitudini. Da anni si cerca di sensibilizzare riguardo questi argomenti e sui rischi in aumento. L’ultimo report del WWF parla chiaro: siamo vicini al punto di non ritorno. Ecco quando. 

Il WWF (World Wide Fund for Nature – fondo mondiale per la natura), è dal 1961 la più grande organizzazione a difesa della natura.

Nell’ultimo studio, sono stati presentati i dati relativi ai danni della plastica negli oceani. I risultati sono preoccupanti, vediamo che succederà nei prossimi anni.

plastica in mare
plastica in mare (foto web)

Il report sull’inquinamento da plastica negli oceani, porta alla luce dei dati che non ci fanno onore. Tra le città più inquinanti nel bacino del Mediterraneo, infatti, ben 5 sono italiane. Roma è al primo posto, seguita da Milano, Torino, Genova e Palermo.

Nel Mediterrano arrivano 230 mila tonnellate di plastica ogni anno, e il risultato è che abbiamo già superato la soglia massima tollerabile di inquinamento da microplastica, il che significa che siamo già entrati in pieno rischio ecologico.

La plastica in mare sta creando danni enormi, anzitutto per la salute dei pesci che continuano a morire intrappolati o soffocati dai nostri rifiuti buttati in mare.

Le microplastiche sono entrate nella catena alimentare degli animali marini, questo significa che la plastica è arrivata nei nostri piatti. Sono state trovate microplastiche nelle triglie, merluzzi, acciughe e sardine.

La data preoccupante è quella del 2050, quando secondo il wwf negli oceani ci sarà quattro volte di più plastica. In pratica, a causa alla nostra inciviltà ci troveremo ad avere nel mare più plastica che pesci.

 

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