Ibuprofene e aspirina, gli effetti collaterali che non ti aspetti sono più dei problemi risolti

Aspirina o Ibuprofene hanno effetti collaterali che non immagini, e possono essere più grandi dei problemi che devono risolvere. 

Gli antidolorifici, o analgesici, sono dei farmaci il cui scopo è quello di aiutarci ad alleviare un dolore del corpo. Ma vediamo cosa possono causare.

Effetti collaterali
Donna legge foglietto illustrativo (Fonte Canva)

I dolori che il corpo ci regala sono purtroppo molti, e ogni giorno può accadere di avere problemi al punto di voler ricorrere ad un farmaco che ci aiuti a farli sparire.

Antidolorifici, gli effetti collaterali che non ti aspetti

Non tutti hanno lo stesso grado di sopportazione del dolore, ma soprattutto ogni dolore ha il suo farmaco, e non è per tutti lo stesso. Infatti moltissime persone ammettono di avere un farmaco che per loro è più adatto, ma soprattutto risolutivo, quando sorge un determinato dolore.

Ibuprofene
Ibuprofene (Fonte Canva)

I dolori più comuni sono mal di testa, infiammazioni che causano dolore alla schiena, alla cervicale, dolore ai denti, ecc. L’Istituto Superiore di Sanità ha dedicato un capitolo agli antidolorifici, spiegando come agiscono ed anche alcune avvertenze.

I medici specificano che i farmaci, se utilizzati rispettando le dosi e le modalità di somministrazione raccomandate, possono certamente aiutare la qualità della vita. Ma allo stesso tempo non bisogna dimenticare che “gli analgesici, come ogni altro farmaco, hanno potenziali effetti collaterali, pertanto, prima di prenderli bisogna valutare attentamente se i benefici derivanti dal loro impiego superano gli eventuali rischi associati alla loro assunzione“.

Gli analgesici più utilizzati sono: il paracetamolo, l’ibuprofene, l’aspirina, la codeina, l’amitriptilina, la gabapentina e la morfina.

Il paracetamolo è indicato per il trattamento del mal di testa e della maggior parte delle manifestazioni dolorose, tranne quelle di origine neuropatica (nevralgie), dovute a ipereccitabilità o danno dei nervi. La dose consigliata per gli adulti è di due compresse da 500 mg, da assumere fino a 4 volte al giorno. Questo dosaggio può essere somministrato a lungo termine, in quanto raramente provoca effetti collaterali.

Tuttavia, eccessive quantità di paracetamolo possono comportare gravi rischi per la salute. Qualora il dolore dovesse diventare più grave, o perdurare per oltre tre giorni, non bisogna aumentare il dosaggio, ma rivolgersi al medico curante, che potrà prescrivere altre forme di cura.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), quali l’ibuprofene, il diclofenac e il naprossene, sono particolarmente indicati nel dolore causato da un processo infiammatorio, come in caso di artrite o traumi. L’ibuprofene, al pari degli altri FANS, non deve essere preso per lunghi periodi di tempo senza il consenso e la supervisione del medico curante. Il suo utilizzo prolungato può irritare lo stomaco, provocando ulcere ed emorragie nei casi più gravi, e favorire la comparsa di problemi cardiaci o renali. Si raccomanda di non superare le dosi raccomandate, in quanto il sovradosaggio aumenta il rischio di gravi effetti collaterali.

L’aspirina (acido acetilsalicilico) è un altro tipo di farmaco antinfiammatorio non steroideo. La sua efficacia analgesica è inferiore a quella degli altri FANS, con i quali condivide gli stessi effetti collaterali. Non deve essere somministrata a bambini o ragazzi al di sotto dei 16 anni.

Infine attenzione agli antidolorifici solubili, o effervescenti, perché hanno un alto contenuto di sale (sodio). Possono arrivare a contenerne fino ad 1 grammo per dose. “Un eccesso di sale può favorire l’aumento della pressione sanguigna (ipertensione) che è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus. È, quindi, preferibile utilizzare formulazioni diverse, soprattutto se bisogna seguire una dieta povera di sodio“.

(Fonte ISS)

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