Omicidio Yara, Massimo Bossetti torna alla carica. E’ una sfida contro lo Stato

Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio della giovane Yara, decide di tornare alla carica e di denunciare i magistrati di Bergamo, il motivo è surreale. 

Yara Gambirasio
Yara Gambirasio

Il 26 febbraio 2011 venne ritrovato il corpo di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate di Sopra, che frequentava la terza media ed era una promessa della ginnastica ritmica. La ragazza scomparve tre mesi prima, ovvero il 26 novembre 2010.

Fu vista per l’ultima volta al centro sportivo di Brembate dove era solita allenarsi. Il suo corpo privo di vita venne ritrovato in un mucchio di sterpaglie in un campo a Chignolo d’Isola, a 10 km da Brembate.

Il ritrovamento fu del tutto casuale, fu Ilario Scotti a rinvenire il corpo nell’erba alta e  a dare l’allarme. Il medico legale Cristina Cattaneo dopo l’esame autoptico della salma dichiarò che Yara era morta la stessa sera della scomparsa avvenuta il 26 novembre 2010.

Sugli indumenti della ragazza venne trovata una traccia genetica del possibile assassino, venne effettuato uno screening di massa per far combaciare i DNA. Gli esami arrivano a un ceppo genetico, quello della famiglia di Giuseppe Guerinoni, un conducente di autobus morto del 1999 identificato come l’Ignoto 1.

La scientifica nei vari accertamenti inizia a vagliare ogni ipotesi e si scopre, grazie ad un collega di Guerinoni, che l’autista aveva una relazione extraconiugale dalla quale nacquero il 28 ottobre 1970 due gemelli, un maschio ed una femmina, il maschio è stato battezzato come Massimo Giuseppe.

Era il 16 giugno 2014 quando Massimo Giuseppe Bossetti di 44 anni finì in carcere, l’uomo sposato con tre figli combaciava al DNA dell’Ignoto 1. Nel processo è stato condannato all’ergastolo. 

Massimo Bossetti ha denunciato i magistrati per depistaggio alle indagini

Massimo Bossetti
Massimo Bossetti

Massimo Bossetti accusato all’ergastolo per l’omicidio di Yara ha denunciato i magistrati di Bergamo per depistaggio. La denuncia riguarda delle presunte anomalie su alcuni reperti e sui campioni di DNA.

La Cassazione ha dato ragione a Bossetti per ben tre volte, intimando ai magistrati bergamaschi di fornire i reperti con il DNA ai difensori del condannato. La Corte d’Assise di Bergamo ha nuovamente respinto la richiesta degli avvocati di Bossetti di poter accedere alle prove.

Ci sarà un quarto ricorso in Cassazione, lo ha annunciato il difensore di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni. 

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La richiesta dei legali di Bossetti non ha mai trovato accoglimento presso la Corte d’Assise di Bergamo, la richiesta si è sempre basata sulla possibilità di riesaminare alcuni reperti contenete il DNA dell’incriminazione, reperti che la Procura ha definito secondari. 

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