Precipita per 600 metri: tragico incidente per una giovane alpinista

La tragedia in uno dei luoghi più battuti dagli appassionati. L’alpinista è scivolata accidentalmente mentre era a 2800 metri di quota.

Montagne (Pixabay)
Montagne (Pixabay)

Un triste destino quello che ha colpito questa ragazza di appena 26 anni, proprio nel luogo che amava di più: la montagna.

La giovane si trovava in cordata con un suo compagno, quando hanno deciso di sganciarsi e proseguire con la scalata della vetta.

Dopo un passaggio ostico, pare che l’alpinista abbia commesso un passo falso, inciampando e volando in un canalone per 600 metri.

l’uomo che l’accompagnava, in forte stato di choc, ha allertato subito gli operatori del soccorso alpino, che dopo essere giunti sul posto, hanno provveduto a riportarlo a valle.

Per la giovane bergamasca, purtroppo, la caduta è stata fatale: è morta sul colpo.

L’alpinista di Bergamo stava scalando il Gran Zebrù

L’incidente mortale è avvenuto sul Gran Zebrù, una montagna di 3857 metri di altezza, la seconda vetta più alta del Trentino Alto Adige.

Gran Zebrù (youtube)
Il Gran Zebrù (Youtube)

La vittima è Sandra Bianchi, nata a Lovere ma abitante a Darfo, in provincia di Brescia, grande appassionata di alpinismo ed escursioni, come si capisce dai suoi social. Viveva con i genitori nella frazione di Montecchio. Dello stesso paese anche il suo collega alpinista.

I due si trovavano in cordata, quando, nei pressi del Canalone delle Pale Rosse, a 2800 metri di altitudine, hanno deciso di sganciarsi per proseguire la scalata verso la vetta.

La 26enne pare essere inciampata con la conseguente rovinosa caduta da centinaia di metri. Si trovavano sul versante lombardo della montagna.

Il concittadino, seppur sconvolto dalla tragedia, ha contattato immediatamente gli aiuti. Sul luogo sono accorsi via elicottero il soccorso alpino della Valtellina e quello di Soda, capitanato da Olaf Reinsthaler, oltre alla Guardia di Finanza.

Gli uomini si sono quindi calati, riuscendo a recuperare il corpo di Sandra.

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Qjuesto è il secondo incidente mortale per l’alpinismo lombardo sul Gran Zebrù: poco meno di un mese fa erano rimasti uccisi sempre degli scalatori bergamaschi a causa di una valanga.

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