Istigazione alla violenza, scandalo sui social: cosa è successo

Episodi di istigazione alla violenza sono stati intercettati sui social. Web sotto shock. Scopriamo i dettagli.

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Volante Carabinieri (Foto di djedj da Pixabay)

Dilaga la violenza sul web: numerose sono le segnalazioni, in quest’ultimo periodo, di post offensivi e discriminatori contro soggetti per lo più stranieri.

Oggi i social network sono utilizzati con molta facilità da tutti per pubblicare post di ogni tipo, inerenti alla vita privata o non. Spesso però, si ignorano i rischi di incorrere in reati civili e penali.

Propaganda di idee naziste e antisemite, tesi negazioniste e istigazione ad atti violenti contro ebrei ed extracomunitari. E’ quanto emerso nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma che ha portato all’emissione di diverse misure cautelari.

Violenze contro ebrei ed extracomunitari: scandalo su Facebook

I Ros dei Carabinieri hanno effettuato perquisizioni in tutta Italia, che hanno portato allo smantellamento di un gruppo d’ispirazione antisemita denominato “Ordine Ario Romano”. I membri dell’organizzazione erano soggetti di età compresa tra i 26 e i 62 anni, militanti tra Roma e provincia.

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You Tube

I 12 destinatari delle misure cautelari sono indagati per i reati di associazione finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa.

Dalle perquisizioni è stato scoperto che i protagonisti pubblicavano sui social scritti, video e immagini dal contenuto razzista e discriminatorio, antisemita e negazionista, rivolti soprattutto al popolo ebraico.

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Indagata anche una 39enne di Pozzo D’Adda, nel Milanese, Francesca Rizzi. Il suo account Facebook, dove era solita pubblicare post inneggianti al nazismo, è stato disattivato da questa mattina. La ragazza si era aggiudicata il titolo di “Miss Hitler” in seguito alla partecipazione ad un concorso lanciato sul social network russo VK.

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Dalle indagini è anche emersa un’attività di pianificazione di un’azione ai danni di una struttura della Nato attraverso l’utilizzo di ordigni esplosivi artigianali. Attacchi programmati ma mai avvenuti, pianificati grazie ad istruzioni reperite sul web e con il supporto di soggetti appartenenti ad omologhi gruppi stranieri.

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